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Immagine del redattoreSamuele Marchetti

Il vortice dei dispetti

Una dinamica sbagliata nelle separazioni e nei divorzi




E’ vero che non lo dovevo fare ma il giudice capirà che ha iniziato lei/lui”.


Questa è una frase che mi sento ripetere spesso. Peccato che non funzioni così!


La dinamica è semplice: tra due coniugi che si stanno separando uno dei due fa qualcosa che all’altro non va bene, generalmente una piccola cosa. Ad esempio il coniuge A chiede all’altro di tenere i bambini in un orario diverso da quello stabilito, per un motivo qualsiasi. Il coniuge B risponde di no, apparentemente senza un valido motivo. Il coniuge A pensa che sia un’ingiustizia o un dispetto. Alla prima occasione A ricambierà “con la stessa moneta”: magari non andrà a prendere i bambini all’uscita di scuola un giorno che B non può.


“Ha visto, ero in difficoltà” dice B ”dovevo  andare a prendere i bambini a scuola, non potevo, e A non mi ha aiutato. Adesso io…..” continuate la frase con la ripicca che preferite (non gli pago le spese straordinarie / non faccio andare i bambini in vacanza / non do il consenso a quel viaggio. Scegliete voi)”. Si innesta così un climax delle ingiustizie e dei dispetti in cui ciascuno, prendendo a pretesto le condotte tenute dall’altro, si mette di traverso e fa degli screzi sempre maggiori.


Ad un certo punto si va dal proprio legale che redarguisce il cliente, facendogli notare che certe condotte sono sbagliate.


Ed è a quel punto che arriva la fatidica frase: “è vero ma sono esasperato, e del resto mi sono comportato così perché lui/lei non mi viene mai incontro. Il giudice capirà che ha iniziato lui/lei, glielo spieghiamo!”.


Il problema è che, appunto, le cose non funzionano così. Il Giudice non andrà a guardare chi dei due ha iniziato (non ne ha minimamente il tempo e forse non è nemmeno giusto). Il Giudice si limiterà ad osservare che ha davanti due coniugi immaturi e litigiosi che pongono le loro ripicche sopra l’interesse dei figli.

Se uno dei due l’ha fatta più grossa dell’altro sarà considerato con maggior sfavore, a prescindere da chi abbia iniziato.


Il giudice non ha il tempo per risalire a chi dei due ha iniziato!

Ovviamente si può spiegare il contesto, come sono andate le cose, chi dei due ha iniziato ma:

1)      Più è vecchio l’inizio della vicenda più è difficile ricostruire tutta la catena;

2)      Solo le cose proprio importanti possono essere prese in considerazione;

3)      Sarà comunque difficile e difficoltoso spiegare la dinamica creatasi e le proprie ragioni.

 

Alla luce di tutto questo, quello che suggerisco è di non accettare mai provocazioni e cercare di non “vendicarsi” dell’altro: il giudice non ricostruirà la catena di torti fatti e subiti.


Riportate al vostro legale le condotte specifiche dell’altro che vi sembrano ingiuste o scorrette: sarà lui a decidere come comportarsi.


Riportate in giudizio solo le cose davvero rilevanti o che possono rendere l’idea di come si comporta la controparte, delle difficoltà che dovete vivere, di cosa deve essere modificato.


Siate sempre – sempre! – il genitore di buon senso!


Se volete capire come applicare questi principi al vostro caso concreto, contattatemi per una consulenza!


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